CORPOACORPOACORPO #2 CsO
STUDIO PEPE 36 Milano | WALK-IN STUDIO terza edizione | 2021
A cura di R+S / AK Riss(e) + Surplace / AK Anonima Kunsthalle con un contributo critico di Massimilano Guareschi
Marina Ballo Charmet, Jacopo Benassi, Sergio Breviario, Giuseppe Buffoli, Claudia Canavesi, Camilla Marinoni, Hydra Mentale, Saba Najafi, Francesco Pacelli, Diego Randazzo, Eva Reguzzoni, Luca Scarabelli, Danilo Vuolo
È banale appellarsi al corpo, farne l’istanza dell’autenticità, della naturalità, dell’istintività contrapposto al negativo dello spirito, dei condizionamenti socio-culturali o dei dispositivi istituzionali. Tutta una retorica ricorrente non fa che riproporre l’opposizione anima/corpo. Per uscire da questo schema Deleuze e Guattari riprendono il concetto del corpo senza organi inventato da Antonine Artaud, proponendolo come indicatore cartografico, come orizzonte, o limite, di un “insieme di pratiche. Ne fanno addirittura un acronimo: CsO.
Corpo senza Organi non significa corpo privo di organi. Un organo, al di là della propria materialità e consistenza biologica, è tale in relazione al suo inserimento in una totalità – l’organismo – che gli affida una funzione all’interno di un sistema gerarchico. Costruirsi un CsO significa rompere con quella configurazione, aprire nuove connessioni, attualizzare riserve di potenziale eccedenti i limiti imposti per innescare nuove macchine trasversali in una dimensione necessariamente processuale. Il CsO non è uno statuto ma una pratica.
Scultura ad uncinetto
La mia testa… con l’uncinetto avvolgo i miei umori e li consolido in zucchero.
Fettuccia in cotone, zucchero, supporto in metallo, 2021