Notre avenir est dans l’air

Notre avenir est dans l’air

Museo Archeologico | Antiquarium Alda Levi | Milano

Mostra collettiva 2015

a cura di Fabio Carnaghi

Eva Reguzzoni, Abbate, Giulia Berra, Lorenza Boisi, Maurizio Bongiovanni, Tamara Ferioli, Giovanni De Francesco, Eva Hide, Faith Holland, Silvia Idili, Chiara Lecca, Francesca Longhini, Simone Pellegrini,  Devis Venturelli, Lucia Veronesi, Marjoljin De Wit.

Notre avenir est dans l’air, a cura di Fabio Carnaghi, trasforma l’Antiquarium Alda Levi in un laboratorio di visioni del futuro grazie agli interventi di sedici artisti contemporanei nella relazione con le collezioni archeologiche del museo. Le opere contemporanee di prendono vita accanto ai reperti, pezzi inediti provenienti dalle collezioni museali e da sequestri giudiziari messi a disposizione degli artisti dalla Soprintendenza Archeologica della Lombardia. Il titolo della mostra trae spunto dall’omonima opera di Picasso del 1912, esposta sul muro dell’atelier di André Breton nella seconda stanza del suo appartamento di Rue Fontaine a Parigi. Oggi questo tema si rinnova nel dialogo tra conservazione e innovazione, tra storia e contemporaneità nel rendere urgente la consapevolezza di ciò che accadrà e di ciò che saremo. Notre avenir est dans l’air riflette sulla presenza del futuro nell’esistenza e nell’esperienza. La contemporaneità suggerisce nell’approccio di artisti provenienti da culture diverse una mappatura fondata sulla prospettiva tucididea del “possesso per il futuro”che raccoglie dal presente suggestioni sul lungo termine. Le grandi carte cosmologiche di Simone Pellegrini, le architetture visionarie di Devis Venturelli, le maioliche sovversive di Eva Hide, la ceramica informale di Lorenza Boisi, l’ironica virtualità di Faith Holland, i vasi organici di Chiara Lecca, il design scultoreo di Giovanni De Francesco, le anatomie cibernetiche di Maurizio Bongiovanni, le piezografie installate di Marjolijn De Wit, i gioielli di natura di Tamara Ferioli, i ritratti gotici di Silvia Idili, le acromie frammentarie di Francesca Longhini, l’affresco dematerializzato di Gianluca Abbate, le sperimentazioni scientifiche di Giulia Berra, le archeologie di Eva Reguzzoni, gli archivi visuali di Lucia Veronesi compongono nel dialogo con i materiali archeologici una collezione inedita fondata sulla coesistenza e sulla continuità nel superamento del concetto di datazione per trovare sinergie nell’inconscia proiezione verso un tempo ulteriore. 

Gold Containers

Set di ceramiche mimetiche nella lavorazione che riproducono a colombino bicchieri e piccole olle frammentate in cottura dipinte negli interni in oro, nel letterale riferimento ad una leggendaria età aurea perduta e infranta.

Composizione variabile, ceramica steccata e cotta a fuoco, acrilico oro, 2015. Dimensioni variabili.

Installazione di diciassette vasi con forme diverse su supporto in legno

Corredo di contenitori

Dettagli

Dettaglio delle opere in ceramica installate nella vetrina espositiva insieme ai reperti del museo archeologico